News casa – Blog Preventivi https://pre.ventivi.it/blog Fri, 27 Dec 2024 10:17:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://pre.ventivi.it/blog/wp-content/uploads/2024/01/preventivi-blog-favicon.png News casa – Blog Preventivi https://pre.ventivi.it/blog 32 32 Problemi di umidità in casa: chi paga se si è in affitto? https://pre.ventivi.it/blog/problemi-di-umidita-in-casa-chi-paga/ https://pre.ventivi.it/blog/problemi-di-umidita-in-casa-chi-paga/#respond Fri, 27 Dec 2024 10:15:36 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4830 La presenza dell’umidità in casa, purtroppo, rappresenta una problematica comune che causa notevoli disagi e complicazioni non solo agli immobili ma, anche alla salute delle persone che vi abitano. Quando si vive in affitto, la questione di chi debba farsi carico dei costi necessari a risolvere il problema dell’umidità rappresenta una controversa fonte di discussioni tra inquilini e proprietari. Il motivo di queste complicazioni risiede in diversi fattori: la causa dell’umidità, la responsabilità della manutenzione ordinaria e straordinaria e quanto stabilito dal contratto di locazione.

Immagine di umidita bagno cieco

Le cause della formazione della muffa in casa

Tra i segnali più classici della formazione di muffa in casa c’è la comparsa di puntini neri agli angoli delle pareti e un successivo oscuramento. Se ci si accorge di queste comparse, occorre attivarsi quanto prima al fine di eliminare questo problema nocivo per la casa e per la salute di chi vi abita. 

Ci possono essere svariati fattori che concorrono alla formazione di muffa in casa. Solitamente, la muffa si forma a causa dell’umidità che entra in casa dall’esterno, attraverso pareti perimetrali non adeguatamente coibentate. In questi casi, prima si formerà della condensa e poi la muffa. Tuttavia, le cause scatenanti potrebbero non essere relative direttamente e unicamente alle caratteristiche della casa, bensì a cattive abitudini di chi vi abita.

Immagine di antimuffa casa

Un errore piuttosto tipico e ricorrente consiste nel posizionare l’armadio troppo vicino alle pareti non adeguatamente isolate. In questo modo, l’aria non riesce a circolare dietro il mobile, la condensa presente sulla parete non si asciuga completamente e si crea un ambiente ideale per la formazione della muffa. Nei casi in cui il problema interessa il bagno o la camera da letto, le cause principali sono, spesso, la scarsa ventilazione delle stanze e un eccesso di umidità nell’aria.

Prima che diventi visibile, è possibile intercettare l’inizio della formazione della muffa facendo attenzione ad alcuni di questi segnali (che si consiglia di non sottovalutare): 

  • comparsa di macchie scure su pareti, battiscopa o cassette del wc;
  • condensa sui vetri delle finestre, ed elevata umidità;
  • odore pungente e sgradevole simile al marcio nelle stanze e dentro gli armadi;
  • sensazione di malessere avvertita, tosse, allergie o asma.
Immagine di salotto luminoso con finestre

Proprietario o inquilino: chi paga se in casa si forma della muffa?

Se la muffa è causata da problematiche strutturali della casa come la presenza di infiltrazioni d’acqua provenienti dall’esterno, un isolamento termico non adatto o la scarsa impermeabilizzazione delle pareti, spetterà al proprietario intervenire e farsi carico delle spese relative alla risoluzione tempestiva della spiacevole problematica. Il locatore è tenuto a garantire un immobile privo di difetti strutturali all’affittuario, come previsto dal Codice Civile. 

Se, invece, la muffa si forma a seguito di comportamenti e abitudini scorrette da parte dell’affittuario sarà compito dell’inquilino affrontare le spese per eliminare la muffa formatasi, in quanto l’inquilino ha l’obbligo di mantenere l’immobile in buone condizioni nel periodo di locazione.

Rientrano tra le responsabilità dell’inquilino: il mancato arieggiamento degli ambienti della casa, frequenti asciugature del bucato in casa senza adeguati accorgimenti di ventilazione e sbagliato posizionamento di mobili, collocati contro pareti fredde non esposte al sole.

Nel caso in cui la questione relativamente a chi sia l’effettivo responsabile del danno non sia chiara, è consigliabile rivolgersi tecnici e specialisti qualificati nel settore, che possano individuarne oggettivamente le cause. Si dovranno, in seguito, valutare le relative responsabilità in base alla normativa in vigore e ai termini del contratto d’affitto. 

Immagine di muffe

Rendersi conto tempestivamente del problema è il primo passo per risolverlo senza troppi intoppi. La controversia che potrebbe nascere durante la locazione dell’immobile è un problema all’ordine del giorno. Ancor prima di capire la causa dell’umidità, è fondamentale che la presenza di muffa nell’appartamento in affitto sia immediatamente segnalata al locatore per garantire una rapida soluzione.

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Lo smaltimento dei condizionatori https://pre.ventivi.it/blog/lo-smaltimento-dei-condizionatori/ https://pre.ventivi.it/blog/lo-smaltimento-dei-condizionatori/#respond Fri, 27 Dec 2024 09:04:47 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4527 I condizionatori sono elettrodomestici indispensabili, soprattutto durante i mesi estivi, ma quando arriva il momento di sostituire o modificare l’impianto di aria condizionata, sorge una domanda importante: come smaltire correttamente un condizionatore? 

Lo smaltimento di questi apparecchi essenziali per il raffrescamento domestico richiede attenzione, poiché contengono componenti in materiali che possono essere dannosi per l’ambiente se non vengono gestiti adeguatamente.

Immagine di Smaltire condizionatore

Perché è importante smaltire correttamente i condizionatori?

Smaltire un condizionatore in modo corretto consente di evitare danni ambientali e di recuperare materiali che possono essere riciclati.

I condizionatori contengono materiali che, se dispersi nell’ambiente, possono causare gravi danni. Ogni componente dei condizionatori deve essere smaltita in modo differente:

  • Gas refrigeranti: I gas contenuti nei vecchi condizionatori possono concorrere all’effetto serra per cui devono essere gestiti esclusivamente da personale competente dotato di certificazione F-GAS (patentino del frigorista).
  • Componenti elettronici: Le schede elettroniche ed i circuiti dei condizionatori non sono biodegradabili e contengono sostanze pericolose per l’ambiente.
  • Materiali riciclabili: Componenti come rame, alluminio e plastica presenti nei climatizzatori possono essere recuperati e riutilizzati, riducendo l’impatto ambientale.
Immagine di Smaltimento condizionatore

Normative per lo smaltimento dei condizionatori

In Italia, la legge che regola lo smaltimento dei RAEE (ovvero i rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) è il Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014. Questa norma è stata aggiornata con il D.Lgs. 118/2020, che recepisce la Direttiva Europea 2018/849. 

In base a queste norme, i condizionatori rientrano nel Raggruppamento “R1”, che include elettrodomestici di grandi dimensioni per uso domestico, come frigoriferi e scalda-acqua.

Inoltre, il Decreto Legislativo n. 49/2014 introduce un principio fondamentale: la Responsabilità Estesa del Produttore. In pratica, chi produce apparecchiature elettriche ed elettroniche è responsabile anche della loro gestione una volta diventate obsolete. Questo si traduce in obblighi per i distributori: devono ritirare gratuitamente i RAEE di piccole dimensioni (fino a 25 cm) senza che il proprietario sia costretto ad acquistare un altro prodotto. Se, però, si acquista un nuovo apparecchio equivalente a quello vecchio, si ha diritto al ritiro gratuito del RAEE, indipendentemente dalla sua grandezza.

Immagine di Smaltimento condizionatori

Come smaltire un condizionatore?

I condizionatori sono apparecchiature che rientrano nei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), ed il loro smaltimento deve seguire procedure specifiche. Esistono diverse possibilità a disposizione:

  • Affidarsi ad un tecnico specializzato per smontare il vecchio condizionatore

      Il condizionatore deve essere svuotato dai gas refrigeranti prima dello smaltimento. Questa operazione deve essere effettuata da un tecnico certificato, che procederà in maniera sicura per evitare la dispersione dei gas nell’ambiente.

      • Rivolgersi a un centro di raccolta autorizzato

      I centri di raccolta comunali o isole ecologiche sono attrezzati per ricevere i condizionatori dismessi e gestirne il riciclo in modo sicuro. Dopo aver fatto smontare il condizionatore in sicurezza da un professionista, non dovrai fare altro che consegnarlo al punto di raccolta più vicino a te per il corretto smaltimento.

      • Ritiro a domicilio di rifiuti ingombranti

      Un’altra modalità per smaltire correttamente il vecchio climatizzatore è prenotare il ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti. Sarà solo necessario posizionare il condizionatore vicino alla porta all’orario concordato ed attendere che venga ritirato.

      Prima di farlo è necessario verificare se il comune di riferimento effettua questo servizio e se il condizionatore è incluso nella lista dei rifiuti che vengono raccolti.

      • Ritiro da parte del venditore

      Qualora si acquisti un nuovo condizionatore, il rivenditore è obbligato dalla legge vigente a ritirare gratuitamente il vecchio dispositivo ed occuparsi dello smaltimento. Una soluzione che consente di gestire lo smaltimento del condizionatore senza stress. Bisognerà solo ricordarsi di richiedere il servizio di ritiro dell’usato all’acquisto del nuovo condizionatore.

      Immagine di eliminare la muffa condizionatore

      È fondamentale seguire le regole per lo smaltimento dei condizionatori per non incorrere in sanzioni e non danneggiare l’ambiente.

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      Bonus caldaie 2025: tutte le novità https://pre.ventivi.it/blog/bonus-caldaie-2025-tutte-le-novita/ https://pre.ventivi.it/blog/bonus-caldaie-2025-tutte-le-novita/#respond Mon, 16 Dec 2024 10:19:12 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4779 In occasione dell’arrivo del nuovo anno, si torna a parlare di agevolazioni fiscali e, in particolare, delle modifiche inerenti i bonus caldaie. È bene precisare che, con la dicitura bonus caldaie si intende l’insieme dei agevolazioni che includono, tra le spese, la sostituzione di una caldaia, incentivando i cittadini al rimpiazzo degli impianti di riscaldamento obsoleti in favore di soluzioni più performanti ed ecologiche.

      Immagine di caldaie

      Le principali novità del Bonus caldaie 2025

      Il Bonus caldaie 2025 rientra nel più ampio quadro della normativa “Case Green” adottata a livello europeo, che ha tra gli altri obiettivi, quello di ridurre le emissioni di CO2 nel settore residenziale. Per poter usufruire del bonus, gli utenti interessati devono presentare una specifica documentazione che attesti il miglioramento dei propri consumi energetici, comprese le certificazioni rilasciate da professionisti del settore.

      Gli interventi devono essere completati entro e non oltre il 31 dicembre 2025, con possibilità di richiedere eventuali proroghe solo in casi eccezionali. 

      Al fine di evitare difformità o abusi, sono previsti monitoraggi più serrati: le domande inoltrate dai richiedenti del Bonus caldaie sono soggette a controlli a campione e dovranno essere presentate attraverso la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate. In questo modo, non solo si migliora la trasparenza, ma si contribuisce a rendere più efficace l’intera applicazione e la relativa gestione del bonus in questione.

      Immagine di bonus caldaie

      Le agevolazioni del Bonus caldaie 2025

      Sono diverse le detrazioni che interessano le caldaie nel 2025:

      • Bonus Ristrutturazione: prevede una detrazione nel caso in cui la sostituzione o installazione della caldaia sia inclusa nei lavori di costruzione o ristrutturazione dell’immobile in questione, con una detrazione pari al 50% e un tetto di spesa massimo che non superi i 96.000€. È possibile usufruire di tale agevolazione sia nei casi in cui l’acquisto venga effettuato da chi commissiona i lavori, che dalla ditta o dagli incaricati ai lavori di ristrutturazione.
      • Ecobonus: prevede un’agevolazione pari al 50% per l’acquisto e l’installazione di caldaie a condensazione, la cui classe energetica deve essere (almeno) di tipo A. Per poter godere della totalità della detrazione fiscale, si richiede anche l’installazione dei sistemi di termoregolazione di classe V, VI o VII.
      • Super Bonus: è possibile usufruire del bonus caldaia solo se l’installazione o la sostituzione dell’impianto viene fatta congiuntamente ad un intervento principale che consiste in un miglioramento delle due classi energetiche dell’immobile riqualificato, garantendo, così, un incremento significativo dell’efficienza energetica complessiva e il rispetto dei requisiti tecnici previsti dalla normativa.
      • Conto Termico 2.0: questo incentivo offre una valida alternativa o un’integrazione al Bonus caldaie, permettendo di massimizzare il risparmio economico e ambientale. Consiste in un contributo a fondo perduto fino al 65% per la sostituzione di caldaie con sistemi di produzione di energia termica alimentati da fonti rinnovabili o dotati di alta efficienza. È una misura particolarmente indicata per chi desidera installare pompe di calore, impianti solari o caldaie a biomassa. 

      Le agevolazioni, dunque, rappresentano un’importante occasione per coloro che sono interessati a implementare l’efficienza energetica in casa, riducendo i costi e contribuendo alla sostenibilità ambientale. Con scadenze più stringenti e uno specifico quadro normativo di cui sopra si è fatta menzione, questi incentivi possono offrire un supporto reale per quanti intendano adottare tecnologie più innovative, rispettando l’ambiente. 

      Immagine di caldaia inutilizzata
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      Decreto ‘Salva Casa’: in cosa consiste e chi può usufruirne? https://pre.ventivi.it/blog/decreto-salva-casa-in-cosa-consiste/ https://pre.ventivi.it/blog/decreto-salva-casa-in-cosa-consiste/#respond Mon, 02 Dec 2024 11:59:28 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4662 Il Decreto Salva Casa è un provvedimento legislativo approvato il 28 maggio 2024, volto a disciplinare e snellire le procedure edilizie, riservando un’attenzione in più nei confronti di chi intende vendere la propria casa e di chi si trova in difficoltà economica o amministrativa. Questa legge risponde concretamente alla necessità di trovare delle possibili soluzioni, riducendo i tempi e i costi  ai problemi legati alle difformità edilizie, migliorando l’accesso alle abitazioni.

      Nel presente articolo è possibile reperire informazioni più puntuali e specifiche riguardanti il Decreto, relativamente al suo contenuto e ai soggetti verso cui lo stesso è rivolto.

      Immagine di decreto salva casa

      In cosa consiste il Decreto Salva Casa? 

      Una delle funzioni più importanti del provvedimento ‘Salva Casa’ consiste nella tutela riservata nei confronti dei proprietari di una prima casa che, a causa di situazioni di insolvenza, rischiano di perderla. A tal proposito, il Decreto prevede la sospensione temporanea dei pignoramenti o delle vendite d’asta in corso e la possibilità di ridefinire le condizioni di pagamento del debito attraverso delle rateizzazioni più sostenibili.

      Relativamente alle disposizioni in materia di semplificazione edilizia e urbanistica che contiene suddetto decreto, queste incidono notevolmente nella normativa nazionale relativa al settore delle costruzioni. Nello specifico, il Decreto interessa interventi sulle dimensioni minime degli alloggi:

      • I monolocali a uso di una persona, possono avere una superficie minima di 20 mq e non di 28 mq come in precedenza; le abitazioni destinate a due persone con tale Decreto, possono avere una superficie minima pari a 28 mq. Anche le altezze minime dei soffitti sono state modificate, passando da 2,70 m  a 2,40 m, in modo da poter creare piccole abitazioni più economiche e versatili.
      • Inoltre, grazie a tale ordinanza sarà più facile rendere abitabili i sottotetti anche laddove vengano a mancare le distanze minime tra gli edifici, pur restando valida l’osservanza delle leggi regionali e dei limiti di distanza vigenti al momento della costruzione dell’edificio.
      • Per quanto riguarda i condomini, le irregolarità edilizie presenti non potranno più ostacolare eventuali lavori di ristrutturazione degli appartamenti; viceversa, eventuali irregolarità relative a singole abitazioni non saranno più sufficienti a bloccare gli interventi di riqualificazione delle aree comuni dell’edificio. 

      Inoltre, uno temi centrali del Decreto ‘Salva Casa’ risulta essere l’introduzione di una serie di misure volte a snellire le procedure di sanatoria edilizia, facilitando le operazioni necessarie per potersi mettere in regola. Nello specifico, offre la possibilità di sanare gli abusi edilizi, senza però richiedere l’obbligo della doppia conformità (ovvero il presupposto necessario per ottenere la sanatoria), a patto che l’intervento in questione, al momento della domanda, sia in regola con l’attuale normativa.so

      Immagine di sottotetto

      Chi può usufruire del Decreto ‘Salva Casa’?

      Il Decreto Salva Casa è rivolto ai proprietari di immobili residenziali o di attività commerciali che intendano:

      • Regolarizzare eventuali difformità, come ad esempio ampliamenti non autorizzati, variazioni di volumetria o altre modifiche interne, purché queste non intacchino la sicurezza dell’edificio e rispettino la normativa igienico-sanitari; 
      • cambiare la destinazione d’uso di immobili, sia residenziali che commerciali. In particolare, spazi ad uso commerciale possono essere trasformati in residenze o viceversa, incentivando così nuove soluzioni abitative e commerciali;
      • incentivare la rigenerazione urbana, infatti grazie a tale provvedimento, i proprietari di immobili possono accedere a strumenti di semplificazione burocratica, accelerando così lavori di miglioria e adeguamento grazie ai quali sarà possibile aumentare la qualità degli edifici.

      Concludendo, le misure previste dal suddetto Decreto risultano essere delle importanti opportunità per i proprietari di immobili in quanto permettono di appianare difformità minori, aumentare i limiti minimi di costruzioni e di facilitare il cambio di destinazione d’uso delle stesse, garantendo benefici in termini economici e legali.

      Immagine di legno casa
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      Bonus elettrodomestici 2024 https://pre.ventivi.it/blog/bonus-elettrodomestici-2024/ https://pre.ventivi.it/blog/bonus-elettrodomestici-2024/#respond Mon, 18 Nov 2024 13:38:45 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4517 Il Bonus elettrodomestici risulta essere un ottimo incentivo su diversi fronti, un ausilio valido per poter arredare la propria casa con elettrodomestici nuovi a basso impatto energetico – contribuendo, altresì, ad un effettivo risparmio in bolletta. 

      Come ogni incentivo o novità statale, anche il bonus elettrodomestici ha bisogno di delucidazioni per capire meglio cosa sia, chi ne sono i beneficiari e quali sono gli interventi detraibili. 

      Immagine di bonus elettrodomestici

      Cos’è il Bonus Elettrodomestici 2024?

      Per poter beneficiare di questo incentivo occorre, innanzitutto, capire in cosa consiste per poi poter iniziare a valutare se si è nelle condizioni di poterne fruire. 

      Il Bonus Elettrodomestici è una detrazione IRPEF (ossia una riduzione applicata sui costi d’imposta Irpef che si versano al momento della dichiarazione dei redditi o 730), volta all’acquisto di mobili e/o elettrodomestici per l’arredamento di un immobile in cui verrà operata una ristrutturazione.

      Suddetta detrazione potrà essere applicata su una spesa massima di 5.000€ per il 2024, includendo, in questo range, eventuali costi di trasporto e montaggio. Inoltre, dovrà essere suddivisa in dieci rate annuali di uguale importo. Il pagamento dovrà essere effettuato tramite bonifico o con carta di debito o credito, non saranno ammessi assegni bancari, né contanti né altri metodi di pagamento.

      Immagine di bonus elettrodomestici casa

      Chi sono i destinatari del Bonus Elettrodomestici 2024?

      Un’ulteriore importante informazione da comprendere nel dettaglio se si è interessati a questo incentivo, riguarda chi può definirsi destinatario del Bonus in questione.  

      Potranno fruire della detrazione coloro che entro il 31 dicembre del 2024 acquistano mobili ed elettrodomestici nuovi, di classe energetica non inferiore ad A per i forni, E per lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie, ed F per frigoriferi e congelatori – a condizione però, che abbiano realizzato lavori di ristrutturazione della propria abitazione a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente all’acquisto stesso.

      Il bonus elettrodomestici e mobili è accessibile solo al contribuente che usufruisce della detrazione diretta (così come per la cessione del credito o lo sconto in fattura) per interventi di recupero edilizio o di ristrutturazione di un’abitazione. In altre parole, se le spese di ristrutturazione per le quali è stata richiesta la detrazione sono state sostenute da uno dei coniugi, solo quest’ultimo potrà richiedere e ottenere l’incentivo, ossia chi ha sostenuto la spesa.

      Inoltre, è possibile accedere al Bonus anche più volte, laddove richiedente svolga lavori di ristrutturazione su diversi immobili, in quanto il limite massimo di spesa indicato si riferisce a ogni singola unità abitativa. 

      Immagine di cucina crema

      Quali sono gli interventi oggetto di detrazione?

      Passiamo ora all’ultima domanda la cui risposta ha come oggetto quelli che sono gli interventi che rientrano di diritto nella detrazione del Bonus in questione. Di seguito un elenco seguito da ulteriori chiarimenti: 

      • Ripristino conservativo
      • Interventi ordinari di manutenzione
      • Interventi di ristrutturazione su appartamenti o interi edifici
      • Ristrutturazione edilizia delle parti comuni di edifici residenziali
      • Ricostruzione o recupero di un immobile danneggiato da calamità
      • Lavori di restauro

      Per chiarezza, tra i mobili che rientrano nell’agevolazione vi sono: armadi, librerie, tavoli, sedie, articoli di illuminazione che compongono l’arredamento dell’immobile in questione, poltrone, letti, materassi, scrivanie, credenze e pensili da cucina. Non rientrano nell’agevolazione: pavimentazioni, tessuti come tende o tendaggi, porte. 

      Rientrano nella detrazione, oltre agli elettrodomestici già citati nel precedente paragrafo, anche: 

      • Articoli per la cottura come piastre elettriche
      • Fornetti a microonde
      • Apparecchi elettrici adibiti a riscaldamento, come stufe o radiatori
      • Ventilatori 
      • Altri dispositivi per il condizionamento dell’aria

      Infine, anche gli elettrodomestici privi di etichetta energetica, come piani a induzione e forni a microonde, rientrano tra gli articoli detraibili. L’agevolazione copre, inoltre, i costi di trasporto e montaggio e si applica anche su mobili acquistati tramite finanziamenti.

      Immagine di vintage cucina casa
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      Riscaldamento: quali sono le normative sull’accensione per il 2024? https://pre.ventivi.it/blog/riscaldamento-normative-sullaccensione-2024/ https://pre.ventivi.it/blog/riscaldamento-normative-sullaccensione-2024/#respond Fri, 15 Nov 2024 09:45:51 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4533 Si sono già riposte infradito, creme solari, secchielli e ombrelloni, i giorni avanzano e la stagione invernale si fa sempre più vicina, di conseguenza, come ogni anno, arriverà il momento di accendere il riscaldamento per poter godersi al massimo i momenti di relax, mentre fuori le temperature si fanno via via più rigide. A questo punto ci si potrebbe chiedere: quali sono quest’anno le norme relative all’accensione del riscaldamento? Con il presente articolo si intende far luce su questo importante punto interrogativo.

      Immagine di riscaldamento

      Accensione del riscaldamento 2024: le zone climatiche

      In Italia esistono sei zone chiamate “zone climatiche”, più facilmente denominate con le lettere dalla A alla F, disponenti ciascuna delle regole proprie nei confronti dell’accensione e dello spegnimento del riscaldamento. La definizione di queste zone è stata ideata basandosi sulla media annuale delle rispettive temperature – fermo restando che i singoli Comuni possono esercitare un margine di autonomia decisionale in merito all’anticipazione o al reinvio di accensione dei riscaldamenti, in base alle condizioni meteorologiche che interessano quella zona in quel periodo. Di seguito un breve elenco riportante le regole da osservare per ciascuna zona climatica.

      • Zona A: nelle isole di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle, dal 1° dicembre, per un massimo di 6 ore al giorno, sarà consentito accendere i riscaldamenti – che dovranno essere spenti entro il 15 marzo;
      • Zona B: comprende le province di Agrigento, Palermo, Catania e Reggio Calabria dove i termosifoni si potranno accendere a partire dal 1° dicembre per un massimo di 8 ore giornaliere. Si dovranno spegnere entro il 31 marzo;
      • Zona C: nelle città di  Napoli, Salerno, Cagliari e Taranto, dal 15 novembre per 10 ore al giorno, con spegnimento entro e non oltre il 31 marzo;
      • Zona D: mentre a Roma, Firenze, Genova e Pescara  il riscaldamento potrà attivarsi dal 1° novembre per 12 ore al giorno, per essere spento entro il 15 aprile;
      • Zona E: questa comprende quasi tutto il  Nord e il Centro Italia, quindi: Milano, Torino, Venezia e Bologna. Dal 15 ottobre si potranno accendere i riscaldamenti in casa, fino al 15 aprile;
      • Zona F: a questa fanno capo le località col clima più rigido d’Italia, quindi Cuneo, Belluno e Trento; non ci sono limiti giornalieri di accensione e spegnimento del riscaldamento, viste le basse temperature registrate.
      Immagine di riscaldamento casa

      Le temperature massime previste e i rispettivi orari

      Il decreto stabilisce, oltre a delle date precise, anche dei limiti nell’utilizzo del riscaldamento: la temperatura massima consentita è fissata a 19 gradi negli ambienti, tollerando fino a due gradi in più. Il limite imposto intende contenere il consumo energetico e diminuire le emissioni, in linea con le attuali direttive europee. 

      Per quanto riguarda le ore di accensione giornaliera del riscaldamento, queste sono diverse a seconda delle zone climatiche. In particolare,  nelle aree più calde (come ad esempio la zona A) si è fissato un minimo di 6 ore, mentre nelle aree più fredde (quindi la zona E) si può arrivare ad un massimo di 14 ore, pur restando valida la clausola di autonomia: in condizioni meteo particolari,  i Comuni hanno la possibilità di aumentare o ridurre le ore di accensione quotidiana del riscaldamento. 

      Immagine di termoarredo bagno

      Si possono trasgredire le regole sul riscaldamento?

      La risposta potrebbe essere anche positiva, ma a proprio rischio  e pericolo. Infatti, per i trasgressori delle regole riguardanti il riscaldamento di cui sopra, le sanzioni variano da un minimo di 500€ fino a un massimo di 3.000€, in ottemperanza alle direttive europee. Per coloro che non osservano le regole condominiali e le norme locali, sono previste ulteriori ammende, con multe che possono raggiungere gli 800€.

      Immagine di riscaldamento accensione
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      Ecobonus domotica: come richiederlo? https://pre.ventivi.it/blog/ecobonus-domotica-come-richiederlo/ https://pre.ventivi.it/blog/ecobonus-domotica-come-richiederlo/#respond Fri, 11 Oct 2024 11:49:06 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4019 L’Ecobonus Domotica 2024 rappresenta un’importante opportunità per chi desidera rendere la propria abitazione più efficiente e sostenibile, risparmiando. Grazie a questo incentivo, è possibile ottenere detrazioni fiscali significative per l’installazione di sistemi di domotica e automazione domestica che, non solo migliorano il comfort abitativo, ma contribuiscono anche alla riduzione dei consumi energetici. La domotica permette di gestire in modo intelligente e integrato diverse funzioni della casa, come riscaldamento, illuminazione e sicurezza, ottimizzando l’uso delle risorse e diminuendo l’impatto ambientale.

      Con l’Ecobonus, le famiglie possono investire in tecnologie innovative che promuovono uno stile di vita più verde, favorendo il benessere personale e collettivo. Nel 2024, le normative previste ampliano le possibilità di accesso all’agevolazione, rendendo la transizione verso una casa smart ancora più accessibile ai cittadini. In questo contesto, è fondamentale informarsi sulle modalità di accesso e i requisiti richiesti per sfruttare al meglio questo beneficio.

      Immagine di domotica

      In cosa consiste l’Ecobonus domotica

      L’Ecobonus domotica è un incentivo fiscale previsto in Italia per promuovere l’efficienza energetica e l’adozione di tecnologie intelligenti nella gestione degli edifici. Questo bonus consente ai cittadini e alle imprese di usufruire di detrazioni fiscali fino al 65% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di automazione domestica, noti come domotica, che contribuiscono a migliorare la sostenibilità energetica degli ambienti.

      Per poter beneficiare dell’Ecobonus, è necessario che gli interventi siano effettuati su edifici esistenti e che rispettino determinati requisiti di efficienza energetica. Tra le soluzioni ammissibili rientrano, ad esempio, l’installazione di sistemi di controllo per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione come moduli caldaia smart, termostati smart e termovalvole smart, l’installazione di pompe di calore, interventi sull’involucro opaco, nonché la domotica integrata per la gestione delle fonti rinnovabili, come i connettori solari e gli impianti geotermici.

      Immagine di termostato domotica

      Ecobonus domotica: come richiederlo

      Per iniziare la procedura di richiesta, è fondamentale verificare se il proprio intervento è idoneo a ricevere il bonus. Le spese ammissibili includono l’installazione di sistemi domotici per il controllo dei consumi energetici, termostati intelligenti e sistemi di automazione per la gestione degli impianti di riscaldamento e raffrescamento

      Il primo passo consiste nel raccogliere la documentazione necessaria. Sarà necessario disporre di fatture accompagnate da attestati di pagamento che dimostrino l’effettivo esportazione dei lavori. Inoltre, è importante ottenere una certificazione di conformità dell’impianto, che attesti che le opere svolte siano in linea con le normative vigenti.

      Successivamente, per ottenere il bonus, occorre compilare la dichiarazione di intenzione di avvalersi dell’Ecobonus, che va inviata tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate. In alcuni casi, potrebbe essere richiesto di presentare anche la domanda di accesso ai crediti d’imposta, sempre attraverso la stessa piattaforma.

      Immagine di domotica casa

      Scadenze e interventi, tutto ciò che c’è da sapere

      Può essere richiesto da diverse categorie di soggetti, tra cui i proprietari di immobili, gli inquilini con consenso del proprietario, i condomini e le imprese. È importante sottolineare che l’Ecobonus è accessibile sia a chi realizza interventi di ristrutturazione che a chi desidera semplicemente migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione mediante l’installazione di dispositivi domotici.

      Per quanto riguarda le scadenze, l’Ecobonus è stato prorogato più volte nel corso degli anni, e la sua validità è soggetta a modifiche da parte del governo. Attualmente, gli interventi devono essere completati entro una data specifica per beneficiare delle agevolazioni fiscali. Ad esempio, per il 2024, è previsto che le spese sostenute fino al 31 dicembre possano essere detratte nella misura del 65% su una spesa massima pari a 15.000€.  È consigliabile consultare un professionista del settore edilizio o un consulente fiscale per avere un quadro chiaro sugli interventi ammissibili e sulla documentazione necessaria per presentare la richiesta.

      Immagine di impianto domotico
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      I materiali dell’architettura: ideare lo spazio architettonico https://pre.ventivi.it/blog/materiali-per-ideare-lo-spazio/ https://pre.ventivi.it/blog/materiali-per-ideare-lo-spazio/#respond Tue, 08 Oct 2024 10:35:14 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4196 Nella progettazione architettonica, la scelta dei materiali è una fase molto importante ed influisce moltissimo sul risultato finale. Durante un interessante confronto sul tema che si è tenuto a Cersaie condotto da Nicola Leonardi, direttore e cofondatore della rivista The Plan, tre architetti con approcci differenti al progetto – Marialisa Santi, Roberto Busselli e Alessandro Lazzari – hanno condiviso la loro visione sui materiali e sul loro ruolo fondamentale nella progettazione architettonica. 

      In questo dialogo emerge l’importanza della combinazione tra innovazione, sostenibilità e consapevolezza nella selezione e nell’uso dei materiali.

      Immagine di divano bianco

      Il ruolo dei materiali nella progettazione

      Secondo Marialisa Santi, cofondatrice dello studio Cristofori Santi Architetti e presidente della Fondazione degli Architetti di Milano, la scelta dei materiali va oltre le semplici finiture. Nella progettazione, i materiali contribuiscono a costruire l’involucro dell’edificio, svolgendo un ruolo essenziale nel definire la sua struttura e nel dare la funzionalità richiesta. Inoltre, quando si tratta di edifici per dei brand, si tratta di spazi che hanno il ruolo di veicolare e rafforzare l’immagine del brand stesso.

      L’uso di materiali economici ma flessibili, come il cartongesso, consente di creare scenografie articolate e adattabili, rispondendo in modo dinamico alle esigenze dei clienti, soprattutto nel settore della moda e dell’ospitalità.

      Allo stesso modo, la ceramica ha guadagnato crescente importanza negli ultimi anni, non solo come finitura, ma anche come strumento narrativo che permette di evocare scenari in cui prevale il lusso e la ricercatezza. 

      Tuttavia, l’uso della ceramica rappresenta anche una scelta sostenibile, soprattutto in contesti in cui la durata degli spazi è limitata, come nel caso dei negozi con cicli di vita brevi. Perciò è forse più etico utilizzare un materiale riproducibile come la piastrella rispetto a materiali naturali come il marmo, che sono risorse non rinnovabili.

      Immagine di metalli

      La scelta dei materiali tra etica ed estetica 

      Roberto Busselli, fondatore dello studio Busselli Scherer di Bolzano, sottolinea come i materiali architettonici siano strumenti fondamentali per creare emozioni e relazioni all’interno degli spazi. Il design tuttavia non è solo una questione estetica, ma anche di sostenibilità. “Cerchiamo di lavorare con aziende che adottano approcci sostenibili e filiere produttive controllate”, spiega l’architetto, che nel suo studio dispone di una materioteca, un vero e proprio archivio di materiali in continua evoluzione. Questa collezione permette ai clienti di entrare in contatto diretto con le proposte materiche e cromatiche, creando una prima connessione emotiva con il progetto.

      L’innovazione e la sostenibilità sono dunque temi centrali, con una particolare attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale. L’architetto Busselli evidenzia l’importanza di una produzione responsabile e di materiali che non solo rispondano alle esigenze estetiche e funzionali, ma che abbiano anche un basso impatto sul ciclo di vita dell’edificio.

      Immagine di divano blu pareti

      Il processo di selezione dei materiali

      Alessandro Lazzari, cofondatore di 3ndy Studio, sottolinea come la scelta dei materiali sia strettamente legata al contesto. Spesso i materiali vengono selezionati in base alle esigenze specifiche del progetto e dell’ambiente circostante. In alcuni casi, come in un progetto vicino a una cava, lo studio ha optato per materiali locali come la trachite, recuperando e riutilizzando componenti dell’edificio preesistente.

      L’architetto Lazzari evidenzia anche l’evoluzione vissuta della ceramica, che oggi può imitare materiali come il legno o il marmo, garantendo al contempo durabilità e sostenibilità. Oggi la ceramica, con le sue caratteristiche di resistenza e facilità di manutenzione, è diventata una scelta obbligata all’interno di spazi pubblici e altri progetti dove la durevolezza è un requisito fondamentale.

      Immagine di bagno en suite marmo

      La narrazione architettonica attraverso i materiali

      Il processo di scelta dei materiali è spesso il frutto di un dialogo stretto con il cliente. Marialisa Santi racconta come nel suo studio il rapporto con il cliente sia basato su un processo di ascolto ed interpretazione. “Lavoriamo per tradurre i desideri del cliente in un’architettura o in uno spazio interno che rispecchi la loro narrazione”, spiega.

      Il cliente può influenzare la scelta dei materiali, ma anche gli architetti, grazie alla loro esperienza e alla loro professionalità, possono proporre soluzioni che il cliente inizialmente non aveva considerato. “A volte è necessario forzare la mano verso materiali che riteniamo importanti, anche se non sono subito apprezzati dal cliente”, ribadisce l’architetto Santi.

      Verso un’architettura più consapevole

      Il dialogo tra Nicola Leonardi e i tre architetti evidenzia come la scelta dei materiali sia un processo complesso e affascinante, che va ben oltre la semplice estetica. Innovazione, sostenibilità e consapevolezza sono i pilastri su cui si fonda l’architettura contemporanea. In un’epoca in cui le risorse sono sempre più limitate, l’approccio all’uso dei materiali deve essere ponderato, creativo e in sintonia con l’ambiente e le esigenze dei clienti. La ricerca continua e la sperimentazione sono le chiavi per progettare spazi che non solo soddisfino le necessità del presente, ma che guardino anche al futuro con una visione sostenibile e innovativa.

      Nel panorama dell’architettura contemporanea, la scelta dei materiali non riguarda più solo l’estetica o la funzionalità, ma si estende alla sostenibilità e alla circolarità.

      Immagine di materiali lusso

      Il dialogo tra architetti ed industrie del settore ceramico

      Riguardo al rapporto tra architetti e aziende che producono i materiali ceramici, il confronto non si limita agli aspetti estetici o di performance, ma deve comprendere anche una visione olistica della sostenibilità, che includa l’energia richiesta nella produzione e l’impatto ambientale dei materiali.

      Le aziende stiano lavorando sempre più su percorsi legati alla sostenibilità, in risposta all’evidente fenomeno del cambiamento climatico. Tuttavia, ci sono delle difficoltà per quanto riguarda i piccoli produttori più artigianali, che, pur essendo innovativi e impegnati nella ricerca, spesso faticano a soddisfare i requisiti di sostenibilità richiesti dal mercato.

      A questo proposito, l’architetto Busselli ha riconosciuto che le grandi aziende hanno maggiori risorse per ottenere certificazioni di sostenibilità, ma ciò non rende meno rilevante il contributo dei piccoli produttori. 

      Immagine di piastrelle bagno casa

      L’importanza di preservare l’artigianato locale

      L’architetto Santi ha posto l’accento su un aspetto spesso trascurato: la preservazione delle competenze artigianali italiane, riconosciute a livello mondiale. La capacità artigianale che abbiamo in Italia è unica e va preservata, promuovendo il giusto equilibrio tra grandi aziende industriali e piccoli produttori. La sfida è promuovere una sostenibilità che non escluda le realtà più piccole, ma che valorizzi il lavoro di chi utilizza materiali naturali e processi artigianali.

      Inoltre, sia Santi che Busselli hanno affermato che, sebbene le certificazioni di sostenibilità siano importanti, non devono essere l’unico criterio per valutare la sostenibilità di un progetto. 

      L’edificio Carbon Zero: un progetto innovativo

      L’architetto Roberto Busselli ha portato l’esempio di un progetto che il suo studio sta sviluppando: il primo edificio per uffici a zero carbonio in Italia. “L’obiettivo è ridurre al minimo l’impatto energetico e il carbonio incorporato nei materiali,” ha spiegato. Il progetto, attualmente in fase di realizzazione, prevede l’uso di materiali riciclati e sistemi costruttivi che riducono drasticamente le emissioni di CO2. Busselli ha anche evidenziato l’importanza di collaborare con aziende locali per ridurre l’impatto dei trasporti, sottolineando come la sostenibilità non si limiti solo alla produzione.

      Innovazione e sperimentazione

      Altro tema centrale del dibattito è la sperimentazione. Alessandro Lazzari, ha raccontato come il suo studio abbia adottato un approccio sperimentale fin dal 2010, quando ha recuperato un edificio artigianale seguendo i protocolli di sostenibilità CasaClima. 

      Lazzari ha anche sottolineato come sia fondamentale bilanciare l’innovazione con la preservazione dei saperi artigianali, che sono una parte essenziale del Made in Italy.

      Anche Marialisa Santi ha condiviso la sua esperienza con la sperimentazione, evidenziando come alcuni progetti si prestino più di altri all’innovazione. Inoltre, quando un progetto non sembra particolarmente adatto alla sperimentazione, si può mettere da parte la ricerca fatta per utilizzarla in un’occasione futura.

      Immagine di colore

      Il futuro dell’architettura sostenibile

      L’intera discussione ha posto al centro una domanda fondamentale: come sarà il futuro dell’architettura, in un mondo in cui la sostenibilità diventa sempre più centrale? I tre architetti hanno concordato sull’importanza di un approccio consapevole, che non solo valorizzi l’innovazione e le certificazioni, ma anche la tradizione e l’artigianato.

      Nicola Leonardi ha chiuso il dibattito con una riflessione: “L’architettura sostenibile è un insieme di fattori. È importante sperimentare, ma è altrettanto essenziale mantenere un dialogo aperto con le aziende e preservare il nostro patrimonio culturale e artigianale.”

      Da questo dibattito emerge chiaramente come la sostenibilità in architettura non sia un percorso univoco. È un viaggio che richiede equilibrio tra innovazione, ricerca, artigianato e rispetto per l’ambiente. Solo attraverso questo approccio olistico e consapevole, sarà possibile costruire uno spazio architettonico che sia realmente sostenibile per le future generazioni.

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      A tutto colore! Come rendere un interior memorabile https://pre.ventivi.it/blog/a-tutto-colore-come-migliorare-interior/ https://pre.ventivi.it/blog/a-tutto-colore-come-migliorare-interior/#respond Tue, 08 Oct 2024 10:15:04 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4194 Il mondo dell’ospitalità si sta evolvendo molto negli ultimi tempi, spinto anche da nuove esigenze della clientela, ed in questo passaggio il colore è diventato un potente strumento di marketing.

      Da Cersaie, nel corso degli eventi del “Cafè della stampa”, Fiorella Baserga, giornalista della rivista Suite, ha intervistato Daniela Colli, architetto e fondatrice di CDA Studio di Roma, per esplorare come il colore sia diventato una firma distintiva nei suoi progetti di hotel, ristoranti e bar. 

      L’approccio dello studio di Daniella Colli rappresenta una ventata di aria fresca nel panorama di design degli interni, con scelte cromatiche che producono un effetto sorprendente, meravigliando e coinvolgendo i visitatori a livello emozionale.

      Immagine di bar colore

      L’inizio di una rivoluzione cromatica

      All’inizio della sua carriera, Daniela Colli preferiva palette di colori più neutre e soft, con toni come il nero o il beige. La svolta nel suo modo di progettare e di usare il colore è avvenuta con il progetto del Vyta Firenze, un locale ospitato in un edificio storico firmato da Michelucci. L’architetto si è trovata a confrontarsi con un pavimento in marmo verde e bianco, che poteva essere un limite al progetto. L’intuizione è stata quella di proporre pareti color verde smeraldo per richiamare i colori del pavimento presente.

      Questo abbinamento, che ha il merito di unire passato e presente, ha trasformato lo spazio in un ambiente contemporaneo e sofisticato. Da allora, l’uso del colore è diventato una costante nei suoi progetti, grazie alla capacità di osare attraverso accostamenti cromatici e materici inusuali.

      Questo tipo di approccio contribuisce anche a costruire un’identità forte e riconoscibile per ogni progetto.

      Immagine di bar colore tenue

      La ricetta per ambienti dal forte impatto visivo

      Tra i numerosi lavori di Daniela Colli, Lìon, un cocktail bar nei pressi di Piazza Navona a Roma, rappresenta un vero e proprio tributo alla Dolce Vita romana. Il progetto si distingue per una matrice geometrica applicata a tutto l’ambiente, con colori vivaci come il turchese ed il rosso. Il risultato? Un ambiente dal forte impatto visivo che cattura e coinvolge i visitatori, rendendo l’ambiente indimenticabile e rafforzando il brand del locale.

      Un altro esempio significativo è il VyTA Covent Garden a Londra, un ristorante-cocktail bar ospitato all’interno di un mercato storico. Con questo progetto il brand si evolve, passando dalle prime caffetterie dominate dal nero a un’esplosione di colori ispirati agli anni ’60 del design italiano, con superfici in legno di palissandro, verde smeraldo, arancio e magenta. Questo mix cromatico ha creato un’atmosfera molto particolare, rispettando al tempo stesso la storia dell’edificio.

      Immagine di ristorante bianco

      Colore come strumento di comunicazione

      Una delle domande più interessanti che Fiorella Baserga ha posto all’architetto Daniela Colli riguarda la reazione dei clienti di fronte a proposte cromatiche così audaci, soprattutto quando riguardano elementi come i pavimenti che non vengono aggiornati spesso, essendo meno facili da cambiare rispetto agli arredi.

      L’architetto ha spiegato che, nonostante il minimalismo sia ancora di moda, i suoi clienti nel settore dell’hospitality sono consapevoli del suo stile e si affidano a lei con fiducia proprio per creare ambienti distintivi. “Il colore è un potente strumento di comunicazione”, afferma Colli, un mezzo per trasformare uno spazio in un’esperienza.

      Immagine di bar arancio

      L’uso del colore negli hotel: una questione di equilibrio

      Parlando di hotel, Fiorella ha condiviso un’esperienza personale in cui, alloggiando in una camera interamente rossa di un hotel di design, non è riuscita a prendere sonno. 

      Daniela Colli ha colto l’occasione per sottolineare come il rosso, essendo un colore stimolante, debba essere utilizzato con attenzione in ambienti destinati al riposo. 

      Ad esempio, nella ristrutturazione dell’Hotel The indipendent, vicino alle terme di Diocleziano a Roma, Daniela ha scelto una palette ispirata alla terracotta e all’acqua, creando camere rilassanti che evitano combinazioni cromatiche troppo forti. Un mix perfetto di colori che conciliano il relax, con un elemento storico come ispirazione.

      Una passione innata per il colore

      Quando Fiorella ha chiesto all’architetto se avesse seguito corsi specifici sul colore, Daniela Colli ha risposto che il suo è semplicemente un talento innato, frutto di una sensibilità naturale affinata da una costante ricerca. L’architetto ha raccontato poi  come la sua attenzione maniacale ai dettagli, che include la richiesta di decine di campioni prima di trovare la combinazione perfetta, la renda una cliente “insopportabile” per i fornitori, ma il risultato finale è sempre un successo.

      Il design come strategia di marketing

      Un aspetto interessante emerso durante l’intervista riguarda il ruolo del design nella promozione del brand, soprattutto in questa epoca dove i social media occupano uno spazio importante. 

      Il Tako, un ristorante di sushi a Roma, recentemente progettato dallo studio di Danila Colli, si distingue per i suoi angoli creati appositamente per essere fotografati e condivisi su Instagram. “Questi spazi generano una forte visibilità per il brand”, afferma l’architetto. Tuttavia, racconta che per il secondo locale con lo stesso marchio, la cliente ha deciso di non includere nel progetto uno spazio specifico per Instagram, poiché i clienti si fotografano comunque in ogni angolo del locale, dimostrando come il design stesso sia diventato un elemento di attrazione.

      Immagine di hotel colore

      La luce: un elemento essenziale 

      Infine, un altro punto toccato dalla conversazione è il fatto che non si può parlare di colore senza considerare l’importanza della luce. L’architetto Daniela Colli spiega come la gestione della luce sia fondamentale per valorizzare i colori utilizzati e creare l’atmosfera giusta. Il progetto illuminotecnico viene quindi gestito con estrema attenzione, scegliendo le fonti luminose ed impostando scenari di illuminazione che variano a seconda dell’ora del giorno grazie ad un sistema domotico. 

      La luce non può essere lasciata al caso in un progetto, poiché ha il potere di trasformare radicalmente uno spazio.

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      Miti, leggende, pregiudizi sulle piastrelle e le nuove idee per utilizzarle https://pre.ventivi.it/blog/miti-pregiudizi-sulle-piastrelle/ https://pre.ventivi.it/blog/miti-pregiudizi-sulle-piastrelle/#respond Tue, 08 Oct 2024 09:55:55 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4207 C’è chi le piastrelle le ama e chi le odia. Pochi materiali suscitano opinioni tanto diversificate e contrastanti quanto le piastrelle, soprattutto quando si tratta di sceglierle per la propria casa.

      Durante gli eventi del “Cafè della stampa” dal Cersaie a Bologna, Francesca Magni, direttore di Casafacile, ha conversato con l’architetto Nicoletta Carbotti su questa questione così spinosa che riguarda chiunque si cimenti con una ristrutturazione.

      Il dialogo si è esteso poi a nuove idee sull’utilizzo di questo materiale così versatile per creare effetti sorprendenti ma anche utili.

      Immagine di piastrelle cucina

      Piastrella: un rapporto di amore e odio

      “Ti amo, piastrella, ti odio”, il titolo provocatorio scelto dall’architetto Nicoletta Carbotti per questo talk, invita a riflettere sulle contraddizioni che circondano le piastrelle. Spesso, la scelta della piastrella è un momento cruciale, un viaggio tra certezze e dubbi. Nicoletta ha notato che le opinioni sulle piastrelle sono, spesso, infondate e cambiano radicalmente durante il processo progettuale. Ad esempio, ci si può presentare con idee chiare e, nel corso della selezione, ritrovarsi a rivedere completamente le proprie convinzioni.

      La giornalista Francesca Magni ha condiviso la sua esperienza personale, passando dall’avversione per le piastrelle quadrate del bagno della nonna, a una profonda ammirazione per la loro versatilità e capacità di trasformare uno spazio. Le piastrelle, se scelte con cura, possono diventare calde e accoglienti, per cui si sfata il mito della loro freddezza.

      Immagine di bagno bianco vintage

      Approcci al mondo delle piastrelle

      In maniera ironica, l’architetto ha delineato diverse tipologie di approccio alla scelta delle piastrelle che ha riscontrato nel suo lavoro, tramite una raccolta delle affermazioni più divertenti dei clienti. Tra questi ha citato:

      • L’approccio sanitario: chi desidera formati enormi per evitare le fughe da pulire.
      • L’approccio esotico: appassionati di formati piccoli e colorati, evocative di viaggi lontani.
      • L’approccio horror: chi associa l’effetto marmo a luoghi come il cimitero o il negozio del macellaio.
      • L’approccio feticista: chi trova che toccare una lastra effetto marmo lo faccia stare bene.
      • L’approccio creativo: chi sogna un patchwork di piastrelle diverse in ogni stanza.

      Questi approcci mostrano come le piastrelle possano essere interpretate in modi sorprendentemente diversi, riflettendo le esperienze personali e i desideri di ogni persona.

      Immagine di piastrelle bagno casa

      La piastrella perfetta esiste?

      La risposta è complessa. Secondo l’architetto Carbotti, esistono piastrelle perfette per specifici usi e desideri, ma una piastrella perfetta in assoluto non esiste: ogni scelta è un riflesso di chi la fa.

      La community di Casafacile ha partecipato ad un sondaggio sul formato delle piastrelle, da cui è emerso che il 62% preferisce il formato grande. Questo potrebbe essere dovuto alla facilità di pulizia e all’estetica più uniforme che il formato grande offre. Tuttavia, le piastrelle piccole possono offrire maggiori opportunità di personalizzazione e combinazioni uniche, rendendole adatte a diversi progetti.

      Perchè le fughe fanno paura?

      Una delle domande del talk ha riguardato un dubbio piuttosto comune: le fughe si sporcano davvero così tanto? L’architetto ha risposto affermando che spesso il problema è legato a scelte poco informate. La fuga non deve necessariamente spaventare, e una buona progettazione e posa possono ridurre significativamente il rischio di sporco e usura. Inoltre, le fughe possono contribuire a creare degli effetti particolari e a valorizzare il design generale dello spazio.

      Immagine di piastrelle

      Nuove idee per un utilizzo sorprendente delle piastrelle

      Durante il dialogo sono stati presentati degli esempi di come queste tipologie di rivestimenti possano essere utilizzate in modi inaspettati. In uno dei progetti le piastrelle sono state utilizzate per rivestire la parete dietro al letto in maniera sorprendente, dimostrando che questo materiale può aggiungere calore e originalità a qualsiasi ambiente. Dopo la dominanza dello stile nordico con colori neutri e chiari, adesso stiamo andando in una direzione di personalizzazione sempre maggiore, un ritorno al decorativo. 

      Le piastrelle non sono da considerare un materiale adatto solo a pavimenti e rivestimenti di bagni e cucine. Le soluzioni decorative, che possono variare da piastrelle di grandi dimensioni a piccoli mosaici, offrono infinite possibilità per esprimere personalità e stile.

      Ad esempio, il grande formato serve per rivestire le cucine in muratura, creando un effetto contemporaneo che è molto più gradevole rispetto alla cucina in muratura classica. Questo perché ormai la tecnologia delle grandi lastre permette di creare dei monoliti perfetti. Naturalmente, per ottenere tali risultati è necessario un progetto ed un posatore capace in modo da evitare di inserire profili che penalizzerebbero l’estetica.

      Inoltre, essendo un materiale che unisce estetica e praticità, le piastrelle possono essere utilizzate in ambienti come case vacanze per rivestire pareti facili da pulire e mantenere. 

      Immagine di piastrellista
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      Ceramica e ambienti umidi: sinergia tra design, durabilità e sicurezza https://pre.ventivi.it/blog/ceramica-e-ambienti-umidi/ https://pre.ventivi.it/blog/ceramica-e-ambienti-umidi/#respond Tue, 08 Oct 2024 09:28:38 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4209 Nel mondo della progettazione architettonica quando si usa la ceramica è fondamentale conciliare estetica, durabilità e sicurezza, soprattutto quando si parla di ambienti umidi, come bagni, spa, piscine ed aree wellness. Allo stesso modo la sinergia ed il dialogo costruttivo tra tutte le maestranze coinvolte è di fondamentale importanza per portare ad avere strutture sempre più performanti e quanto più durature.

      Nel corso degli eventi del “Cafè della stampa” a Cersaie, Dalila Cuoghi, architetto e giornalista di INGENIO, portale tecnico che si rivolge a professionisti del settore delle costruzioni, ha approfondito questo tema dialogando con diverse figure del settore, tra cui architetti, ingegneri e imprenditori esperti nell’utilizzo della ceramica. Ecco una sintesi di cosa è emerso da questo confronto.

      Immagine di cersaie piastrelle bagno

      L’importanza della ceramica negli ambienti umidi

      La ceramica, che si caratterizza per la sua resistenza e versatilità, soddisfa perfettamente diverse esigenze di progettazione, offrendo infinite possibilità creative. 

      La scelta di affrontare il tema della ceramica per questo talk non è casuale: questo materiale offre infatti vantaggi significativi in termini di resistenza all’acqua, facilità di manutenzione e sicurezza grazie alle proprietà antiscivolo. L’architettura moderna mira sempre più a migliorare il benessere delle persone e la ceramica si inserisce perfettamente in questo contesto, garantendo comfort e funzionalità anche in ambienti esposti all’umidità.

      Immagine di piastrelle rosa

      Progetti innovativi con la ceramica

      Durante l’evento, Niccolò Panzani, interior designer dello studio NOA, ha condiviso alcuni progetti in cui la ceramica ha svolto un ruolo centrale. Studio NOA, fondato nel 2011 in Alto Adige, si è fatto notare per la qualità dei suoi progetti, molti dei quali pubblicati su riviste internazionali e premiati per la loro originalità.

      Uno dei progetti più significativi presentati è quello di un hotel in Alto Adige, dove sono stati realizzati degli chalet in mezzo alla natura, ogni chalet è una stanza. Il design di questi chalet si integra perfettamente con l’ambiente circostante, grazie all’uso di materiali naturali come il legno e la ceramica. La ceramica è stata utilizzata sia all’interno che all’esterno, con l’obiettivo di garantire la continuità e preservare l’estetica naturale del luogo. La sfida più grande è stata trovare un prodotto che fosse resistente, esteticamente accattivante e sicuro, grazie a un alto coefficiente di antiscivolosità.

      Un altro progetto di grande impatto è stato la conversione di un antico monastero sul lago di Garda, in un moderno hotel di lusso. In questo caso, la ceramica è stata protagonista della piscina che si integra perfettamente nel parco del monastero. L’obiettivo richiesto dalla soprintendenza era che sembrasse il più naturale possibile. Per ottenere questo effetto, sono stati scelti colori scuri che rendessero la piscina simile a un lago naturale. L’uso della ceramica è stato esteso anche agli interni dell’hotel, nelle saune e nel bagno turco, dove ha contribuito a creare un’atmosfera elegante e confortevole.

      Infine, l’architetto Panzani ha presentato un progetto situato su un altopiano sopra Bolzano, dove è stato creato un particolare effetto grazie al colore. Le camere dell’hotel presentano, infatti, un forte contrasto tra il bianco, che simboleggia la tradizione, ed il blu, che rappresenta la modernità. Perciò lo spazio è stato idealmente suddiviso, con un terzo dell’ambiente che ha un colore scuro e gli altri due terzi chiaro, separati da una linea netta che crea un effetto visivo di grande impatto

      Questo contrasto è stato accentuato dall’uso della ceramica in bagni e zone wellness. Questo contrasto è stato replicato anche negli altri spazi dell’hotel, rendendo l’esperienza degli ospiti unica e coinvolgente.

      Immagine di piastrelle casa interni

      Durabilità e sicurezza della ceramica

      Nell’intervento dell’ingegnere Carlo Montecchi, esperto nel settore della ceramica, è stata sottolineata l’importanza della sicurezza negli ambienti umidi. Oltre all’aspetto estetico, infatti, la ceramica deve rispondere a precise esigenze tecniche, come la resistenza all’umidità e la capacità di garantire superfici antiscivolo, soprattutto in strutture ricettive dove la sicurezza dei clienti è prioritaria.

      L’industria della ceramica sta investendo sempre di più nella ricerca e nello sviluppo di materiali innovativi, capaci di rispondere alle nuove esigenze dell’architettura contemporanea, senza però trascurare l’impatto ambientale. La ceramica, infatti, è un materiale altamente sostenibile, con un ciclo di vita lungo e un impatto ridotto sull’ambiente.

      Uno dei primi aspetti da considerare quando si lavora con ceramiche in ambienti umidi è la sicurezza. In Italia, la normativa cogente impone un coefficiente di attrito minimo di 0,40 per garantire superfici antiscivolo. Tuttavia, questo valore, pur essendo testato su materiali nuovi e puliti, potrebbe diminuire con il tempo e l’usura. Esistono trattamenti superficiali che possono essere applicati per aumentare l’attrito se necessario, ma è essenziale un approccio preventivo per evitare incidenti, specialmente in ambienti dove l’acqua è costantemente presente.

      Immagine di bagno piastrellato

      La nuova norma sui massetti

      L’attenzione alla sicurezza non si limita alle piastrelle. Angelo Belli parla della nuova norma sui massetti introdotta proprio quest’anno da Conpaviper, che rappresenta un importante passo in avanti per il settore.

      Il massetto è una parte fondamentale del sistema pavimento, soprattutto in ambienti umidi. La scelta del massetto giusto è perciò essenziale per quanto riguarda gli aggregati ed i leganti ma anche lo spessore adeguato è essenziale per evitare problemi di deformazione del massetto durante la maturazione in cantiere, che possono compromettere sia la pavimentazione che l’impermeabilizzazione.

      Inoltre, in ambienti come piscine o terme, è essenziale avere un massetto che non reagisca negativamente all’umidità e alle sostanze chimiche, perché anche se impermeabilizzato, l’acqua può comunque penetrare in alcune circostanze.

      Immagine di piastrelle

      L’importanza della progettazione dei pavimenti

      Quando si parla di posa delle piastrelle, la collaborazione tra piastrellisti e progettisti è fondamentale per una perfetta riuscita. Alessandro Nizzetto, piastrellista, mette in evidenza l’importanza della progettazione accurata, che parte dalla scelta del supporto giusto e si estende alla posa stessa.

      La tipologia di piastrella, che sia di grande o piccolo formato, influisce sul modo in cui viene gestito il deflusso delle acque e sull’aspetto estetico. Inoltre, la corretta disposizione dei giunti elastici è fondamentale per garantire la durabilità della piastrellatura, specialmente in ambienti umidi. Grazie a nuove tecnologie, è possibile spostare i giunti di dilatazione per renderli meno visibili, migliorando l’estetica per adeguarsi al progetto senza compromettere la funzionalità.

      Immagine di piastrelle casa

      Normative e coefficiente di attrito

      L’evento si conclude con il contributo dell’ingegnere Ciro Scialò, un intervento piuttosto tecnico con cui illustra il risultato di uno studio scientifico da lui condotto che riguarda la sicurezza delle superfici umide concentrandosi sul coefficiente d’attrito dinamico. A livello internazionale, il coefficiente d’attrito dinamico viene usato per valutare il rischio di scivolamento, ma bisogna tener presente che i risultati possono variare notevolmente in base ai metodi di valutazione adottati dai diversi Paesi.

      Uno dei problemi principali è che le valutazioni vengono fatte su pavimenti nuovi, mentre il coefficiente di attrito può cambiare notevolmente con l’usura. La condizione di scivolamento non è relativa solo al tipo di superficie, ma anche al suo stato nel tempo e persino al comportamento dell’utente, per cui si tratta di qualcosa di molto complesso. Lo studio condotto mira a trovare un nuovo sistema per valutare il rischio di scivolamento dei pavimenti in ceramica ed in altri materiali.

      Immagine di piastrelle bagno
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      Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il gres porcellanato https://pre.ventivi.it/blog/tra-il-dire-e-il-fare-il-gres-porcellanato/ https://pre.ventivi.it/blog/tra-il-dire-e-il-fare-il-gres-porcellanato/#respond Tue, 08 Oct 2024 09:04:06 +0000 https://pre.ventivi.it/blog/?p=4211 Il gres porcellanato è, ormai, diventato un elemento imprescindibile nell’interior design, capace di trasformare ogni ambiente, dagli interni agli esterni, con stile e funzionalità. 

      Anna Caldera, direttrice del magazine digitale La casa in ordine, nel corso degli eventi del “Cafè della stampa” a Cersaie, ha discusso dell’evoluzione di questo materiale così versatile con due esperte: Erica Fant, interior designer di Amande Studio, e Sara Costi, content manager nel settore ceramico. Ne è venuta fuori una conversazione coinvolgente, in cui sono stati toccati vari punti come le tendenze, i vantaggi e le sfide dell’uso del gres porcellanato nelle case moderne.

      Immagine di gres porcellanato

      L’evoluzione del gres porcellanato

      Tradizionalmente associato ad ambienti umidi come i bagni, il gres porcellanato si è evoluto, conquistando ogni ambiente della casa. Oggi, però, la piastrella in gres ha cambiato forma e aspetto e si è diffusa anche in altri spazi. In cucina, ad esempio, può essere utilizzata per i piani di lavoro o per rivestire gli arredi, ma il grès porcellanato è efficace anche come elemento decorativo in altre stanze. 

      Secondo Erica Fant le possibilità decorative offerte da questo materiale sono infinite. La grande lastra aiuta a sviluppare degli effetti di continuità di superficie a livello cromatico per quanto riguarda i rivestimenti. Si ottengono degli effetti di continuità scenografici che abbinati all’illuminazione diventano molto importanti nell’arredamento interni.

      Tra gli esempi, oltre a tavoli e top cucina, troviamo il gres porcellanato applicato sulle ante delle cucine. Per queste applicazioni ha uno spessore ridotto di 6 mm e per realizzare le giunture tra superficie verticale e superficie orizzontale si realizza il taglio a 45° in modo da creare un effetto un po’ monilitico.

      Immagine di gres casa

      Le aziende ceramiche rispondono alle nuove esigenze

      Il secondo relatore, Sara Costi sottolinea l’importanza dell’innovazione tecnologica nel settore ceramico. Oggi, grazie a nuove tecnologie, le aziende ceramiche sono in grado di rispondere ad ogni tipo di richiesta, offrendo superfici, texture e spessori adatti a diversi contesti climatici e culturali, anche differenti dai nostri. Il gres porcellanato è diventato un materiale molto versatile, impiegato non solo in ambienti residenziali, ma anche nell’hospitality e nel contract. La vasta gamma di formati disponibili consente di soddisfare ogni esigenza di tipo estetico, spaziando dal design minimalista all’urban chic, rendendolo quindi una scelta sempre valida.

      Immagine di casa vintage

      Dal piccolo al grande formato

      La classica piastrella 30×30 cm non è più l’unica opzione disponibile. Come spiega Erica Fant, oggi c’è un grande ritorno ai formati più grandi e anche ad un mix di diverse dimensioni per creare effetti decorativi unici.

      In uno dei suoi ultimi progetti ha utilizzato formati 60×120 cm per dare una continuità visiva, affiancati a piastrelle più piccole per enfatizzare alcuni elementi focali dell’ambiente. E proprio grazie a questa varietà di formati, il gres può adattarsi a diverse esigenze stilistiche, creando spazi dall’impatto estetico straordinario. A seconda dell’effetto che si vuole andare a creare c’è il prodotto giusto da usare, poiché, al giorno d’oggi, ci sono in commercio davvero tante possibilità.

      Il mercato offre oggi anche grandi lastre, utilizzabili non solo per pavimenti, ma anche per rivestimenti e persino complementi d’arredo, per creare top, piuttosto che quinte sceniche o anche rivestimento di pensili. 

      Tuttavia, l’installazione di queste lastre richiede una certa esperienza e abilità nei posatori. Le grandi dimensioni implicano vincoli logistici e di posa, anche di vincoli a livello di sviluppo del progetto, ma il risultato finale è scenografico.

      Accanto alle grandi lastre convive il ritorno al rivestimento di piccolo formato, più decorativo. È tornato molto di moda ed è molto ricercato, quindi anche nella produzione c’è un ritorno al piccolo formato, da utilizzare soprattutto nel rivestimento. Che si tratti di piccole piastrelle o grandi lastre, la versatilità del gres porcellanato lo rende una scelta vincente per chi cerca soluzioni di design innovative e durature.

      Immagine di parquet flottante

      Continuità tra interno ed esterno

      Uno dei trend più attuali nell’uso del gres porcellanato è la creazione di superfici continue tra interni ed esterni. Oggi è possibile pavimentare l’interno della casa e proseguire senza interruzioni verso il giardino o il balcone. Questo effetto di continuità è reso possibile da materiali specifici per esterni, che devono essere antiscivolo e adatti alle condizioni climatiche. Perciò è importante una corretta progettazione, necessaria per garantire un risultato ottimale, soprattutto nella scelta di materiali con caratteristiche tali da resistere agli agenti atmosferici, anche nelle condizioni più estreme come il gelo.

      Immagine di gres interno casa

      Il gres porcellanato come protagonista dell’arredo

      Il gres porcellanato non è solo un rivestimento funzionale, ma un vero e proprio protagonista dell’arredo. Questo materiale rappresenta infatti un equilibrio perfetto tra estetica e praticità.

      Le aziende italiane hanno saputo innovare e interpretare gli stili più diversi, rendendo il gres porcellanato adatto ad ogni tipo di design. Dall’eclettico al minimalista, il gres si presta a essere utilizzato in vari contesti, anche come complemento d’arredo. Tavoli, top cucina e ante dei mobili possono essere realizzati con questo materiale, che conferisce un effetto monolitico e leggero allo stesso tempo, come nel caso di un progetto citato da Erica, in cui il gres è stato utilizzato per le ante di una cucina, creando un ambiente di forte impatto visivo.

      Immagine di gres casa 1

      A proposito di colore

      Negli ultimi anni, si sta assistendo a un forte ritorno ai colori terrosi e naturali nell’interior design, una tendenza visibile anche nelle proposte del Cersaie 2024. I toni ispirati alla natura, come  il beige e la terracotta, stanno diventando protagonisti e vengono spesso riproposti anche sul gres porcellanato. Questo ritorno a colori anni ’80 e ’90 si accompagna anche a una rinnovata attenzione alle fughe delle piastrelle, che possono essere in tinta unita, abbinate o in contrasto, creando giochi visivi interessanti.

      Questa riconnessione con la natura attraverso i colori sembra rispondere all’esigenza di creare ambienti domestici che trasmettano benessere e serenità. Le tendenze attuali vedono due correnti distinte. Da un lato, uno stile minimalista con pavimenti che riducono al minimo le fughe per ottenere una sensazione di continuità. Dall’altro vediamo un ritorno a piastrelle di piccolo formato con fughe a contrasto, per chi ama un design più vivace ed eclettico. In entrambi i casi, la casa viene vista come un rifugio, un luogo che deve riflettere la personalità e il gusto di chi la abita, contribuendo al benessere quotidiano.

      Immagine di cucina in legno con parquet chiaro
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